Repubblica, 23 agosto 1990 — pagina 28 sezione CULTURA
di Italo A. Chiusano
METTE un'uggia nera pensare alla Germania secentesca. Nel secolo anteriore aveva seminato discordia religiosa e passionalità apocalittica; ora ne raccoglieva i frutti. Dal 1618 al 1648, durante quella Guerra dei Trent'anni che senza dubbio fu quanto di più atroce abbia visitato l' Europa tra le invasioni barbariche e i due conflitti mondiali del Novecento, Germania e paesi circonvicini furono trasformati in un osceno mattatoio, in luogo d' incendi e di rapine, di stupri e di pestilenze, di fame e di criminalità a tutti i livelli. Chi voglia vederne l'immagine in qualche specchio letterario si rilegga Simplicissimus, l'immenso, vitalissimo affresco narrativo di Grimmelshausen, o Madre Coraggio, il dramma che Bertolt Brecht trasse genialmente da un già splendido romanzo dello stesso Grimmelshausen (La vagabonda Coraggio), o veda come quella dannata guerra andò a finire e quali turgori e languori patologici si lasciò alle spalle nel lungo racconto di Gunter Grass L'incontro di Teltge.