Meister Eckhart: Il nulla divino

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Meister Eckhart: Il nulla divino

Meister Eckhart: Il nulla divino, Lorenzo de' Medici Press, euro 12,00

Il domenicano Meister Eckhart (1260 -1328 ca.) fu sentito dai contemporanei come il magister per eccellenza - di qui appunto l'appellativo di Meister - ed è universalmente riconosciuto oggi quale figura normativa di vita spirituale, punto di riferimento essenziale del mondo cristiano anche nei confronti di bud­dhismo e induismo.

La condanna papale di alcune sue tesi, con la Bolla In agro dominico del 1329, ebbe la conseguenza di cancellarne per secoli quasi del tutto la memoria, ma una circolazione per così dire sotterranea del suo insegnamento c'è sempre stata, grazie soprattutto a quell'ambiente monastico femminile in cui !'«amabile maestro, cui Dio nulla ha nascosto», aveva esercitato la sua predicazione.

Proprio prevalentemente a questo ambiente si deve la trasmissione anche dei te­sti straordinari, di genere poetico, che qui presentiamo. Frutto della penna di Eckhart, o comunque di quella di suoi diretti discepoli, maschi o femmine che fossero, essi sviluppano la tematica, assolutamente centrale nel pensiero del mei­ster, del nulla divino, ossia un'idea della "divinità" (gotheit), impersonale, priva di ogni determinazione, e dunque pensabile solo come nulla, o - meglio - impensa­bile, «lontana da Dio (got) quanto il cielo lo è dalla terra».

Questa paradossale concezione si spiega comprendendo che il Dio determinato in questo o quel modo, in questa o quella immagine, corrisponde agli accidentali, mutevoli, sentimenti, volizioni del piccolo ego, mentre il divino come nulla corri­sponde all'essenziale, immutabile fondo dell'anima (grunt der sêle) ovvero a ciò che l'uomo veramente è. È perciò la medesima operazione di distacco, che rimuove dall'anima tutto lo psichismo, a condurre sia alla beatificante scoperta della nostra vera realtà spirituale, sia alla altrettanto gioiosa esperienza del nulla divino.

«Il fondo di Dio è il mio fondo, e il mio fondo è il fondo di Dio. Qui vivo secondo il mio essere proprio, come Dio vive secondo il suo. Chi riesce a gettarvi uno sguardo anche solo un attimo, per lui mille marchi d'oro sono come un soldo falso», ovvero tutto il resto non vale nulla, in quanto ha trovato se stesso, scrive il maestro domenicano, per indicare la beatitudine dell'uomo completamente distaccato. In parallelo, un'ano­nima suora recita: «Il saggio Meister Eckhart I vuole parlarci del nulla; I chi non lo comprende I può lamentarsene con Dio; I in lui non ha brillato I la luce divinai», ed esorta le consorelle: «Siate distaccate, I percepite Dio in voi, I sprofondatevi nel suo essere, I e sarete così allietate» (cfr. p. 101).

Questa edizione - rivista e ampliata con due sermoni - del precedente (1999) omonimo libretto, è curata da Marco Vannini, cui si deve la traduzione italiana delle opere sia latine sia tedesche di Eckhart, e che in questa stessa collana ha pubblicato l'antologia: Meister Eckhart, La via del distacco (2017).