La morte dell’anima
La morte dell’anima. Dalla mistica alla psicologia, Le Lettere, Firenze 2003; nuova edizione ampliata 2004.
Morte dell'anima è, nella tradizione mistico-filosofica, la fine del piccolo "io" e dei suoi legami, con la conseguente scoperta del fondo dell'anima, ovvero della sua vera essenza spirituale, divina.
Fin dall'inizio della sua storia in Grecia, l'esperienza dell'anima è infatti indissolubilmente unita a quella di Dio. Questa unione permane anche dopo l'emarginazione ecclesiastica della mistica, nella grande filosofia moderna da Cartesio ad Hegel, che produce una "scienza dell'anima" ove è ben presente la distinzione tra anima e spirito, con la capacità di offrire vera conoscenza di sé e, insieme, assoluta salus - salvezza e salute -, dell'anima stessa.
Priva del lato mistico, ferma al piccolo "io" e alle sue facoltà- dunque priva della conoscenza del fondo dell'anima -, la psicologia contemporanea è invece incapace di presentarsi psicologia me scienza e produce quella morte dell'anima che è la sua riduzione a psiche, con la scomparsa dello spirito e la conseguente immensa sofferenza "psichica" dei nostri tempi. Il recupero dell'esperienza mistica è perciò essenziale per ricostituire un vero sapere dell'anima, che abbia la possibilità anche di guarirne il male.
Introduzione
Parte prima. I Princìpi
- I greci
- Il cristianesimo
Parte seconda. La mistica
- Meister Eckhart: il fondo dell'anima
- Dalla mistica alla psicologia
Parte terza. La scienza dell'anima
- Cartesio: la meccanica delle passioni
- Spinoza: necessità e libertà
- Hegel: l'anima e lo spirito
Parte quarta. L'impossibile psicologia
- La fine dell'anima
- La fine della cura d'anime: le impossibili “terapie”