I Sermoni
Meister Eckhart, I Sermoni, a cura di Marco Vannini, Paoline Editoriale Libri, 2002
Al culmine del medioevo, mentre Dante scrive la Divina Commedia, Eckhart (1260-1328) porta a compimento quella sintesi tra filosofia greca ed esperienza evangelica che costituisce forse l'espressione più alta della spiritualità cristiana: non a caso i contemporanei avvertirono il domenicano tedesco come Meister, «maestro», per eccellenza — e ciò non solo per il suo magistero universitario, ma anche e soprattutto per la sua predicazione in volgare.
Infatti proprio in questi Sermoni, con i quali ha inizio la lingua letteraria tedesca, è contenuto l'essenziale del suo insegnamento in cui, alla radicalità del distacco, che conduce alla generazione del Logos nell'anima — ovvero a vivere la vita divina in perfetta unione spirituale con Dio, «uno nell'Uno» —, fanno riscontro quella semplicità e naturalezza espressiva che lo rendono comprensibile a tutti, dotti chierici e semplici fedeli.
Non meraviglia perciò che la profondità speculativa di questi Sermoni abbia nutrito, più o meno direttamente, tutta la successiva storia della mistica: da quella tedesca di Taulero e Suso, che ebbero la fortuna di ascoltarli, a quella spagnola del Cinquecento, fino ai grandi spirituali francesi del Seicento. Ma si comprende anche come essi abbiano innervato la riflessione contemporanea, da Hegel e Schopenhauer fino a Heidegger, tanto che oggi il maestro domenicano si presenta come interlocutore privilegiato nel dialogo tra religione e filosofia, come pure in quello tra il cristianesimo e le religioni dell'Oriente.