Intervista a Marco Vannini in occasione della uscita del suo Conosci te stesso e conoscerai te stesso e Dio (Le Lettere 2024), in cui l’autore ritorna sulla tradizione mistica cristiana, quale esigenza di riscoperta per la contemporaneità.
Il filosofo Marco Vannini è il curatore del volume Meister Eckhart, La luce dell’anima (Lorenzo de’ Medici Press, Firenze 2024). In continuità all’intervista Sulla religione vera (qui), Giordano Cavallari gli pone domande sulla concezione mistica cristiana eckhartiana e quindi sulla sua attualità.
UNA RIFLESSIONE DI MARCO VANNINI, CHE PARTE DAL NATALE E ARRIVA AL MISTERO DELLA PRIMA BEATITUDINE. CHI SONO I "POVERI NELLO SPIRITO"?
«La filosofia non ha che una sola meta e un solo principio: conoscere sé stessi e diventare simili agli dèi». Lo scriveva l'imperatore Giuliano, alla fine dell'era antica. Parole che appaiono remote, misteriche, quasi stravaganti, in questo tempo liquido e cinico, in cui anche il discorso filosofico e culturale, sempre più caotico, si trasforma spesso in chiacchiera vuota, e la religione rischia di esaurirsi in moralismi e apparati rituali. Parole che dovrebbe sempre ricordarsi chiunque persegua una qualche ricerca interiore e di senso, o che nutra un interesse sincero verso ogni forma di autentica spiritualità.
Alla scoperta di Meister Eckhart, il sapiente del distacco e della gioia intransigente, condannato dalla Chiesa perché “ha voluto saperne di più che non convenisse”. Dialogo con il suo massimo studioso, Marco Vannini.
Arrivò così, come un iceberg di luce, il tagliagole di tutte le certezze. Il titolo del libro, Dell’uomo nobile, ricalca quello del trattato sommario, che scardina, in cui viene descritta la disciplina per realizzarsi (cioè sconfiggersi): “quando l’uomo è spogliato di se stesso e trasformato dall’eternità di Dio; quando è giunto al perfetto e totale oblio della vita effimera e temporale, ed è portato e trasfigurato in un’immagine divina, quando è divenuto figlio di Dio. Oltre questo non esiste un grado più alto”.
Para Marco Vannini, a mística luterana está centrada num “saber” absoluto a partir da leitura da Bíblia
O cristianismo tradicional chega ao fim com a cisão que se dá a partir da insurgência de Martinho Lutero. Mas quais as consequências? Para Marco Vannini, reconhecido estudioso de mística, a divisão “abre caminho ao individualismo religioso, cujo último resultado é aquele tipo de religião ‘faça-você-mesmo’ que estamos assistindo nos nossos tempos”. Crítico de perspectivas protestantes, destaca que Lutero inverte a mística que vigorava ao longo de toda a Idade Média. “Enquanto a mística medieval chegava à humildade do ‘nada saber, nada querer’, Lutero, ao contrário, apoia sobre a sua interpretação da Bíblia um ‘saber’ absoluto, enquanto, paralelamente, a ‘salvação’ expressa a permanência absoluta da vontade pessoal”, dispara, na entrevista concedida por e-mail à IHU On-Line.
Dottor Vannini, Lei è autore del libro All’ultimo papa. Lettere sull’amore, la grazia e la libertà, pubblicato per i tipi del Saggiatore: l’iconografia divina di un Dio Padre Onnipotente è definitivamente in crisi? Se si guarda alla realtà contemporanea, almeno a livello di masse, bisognerebbe rispondere di no. Basti pensare alla buona salute di cui gode l’Islam, religione in cui questa immagine è assolutamente prevalente, ma anche nel mondo cristiano essa non manca di essere creduta. Anche se non in Europa e nel mondo occidentale, anche se non nelle forme dogmatiche specifiche del cattolicesimo e delle altre confessioni cristiane, e dunque magari nel multiforme universo delle sètte, particolarmente numerose e in espansione nell’ America Latina e nell’ Africa, l’immagine di Dio Padre Onnipotente continua certamente ad esistere e ad essere creduta. Come hanno rilevato alcuni sociologi della religione, siamo spesso in presenza di un “culto senza dogma”, nel senso che l’apparato teologico non è minimamente conosciuto, ma neppure v’è interesse a conoscerlo, perché quel che conta è appunto l’aspetto cultuale, che è quello che va incontro al bisogno di rassicurazione psicologica delle masse. Il Dio Padre Onnipotente è quello che può essere pregato, e pregato per ottenerne soccorso, sia per la vita eterna, sia – e soprattutto – per le necessità e i desideri di questa vita terrena. Non meraviglia perciò la perdurante buona salute delle religioni, in particolare in quelle zone del mondo e in quelle fasce di popolazione che più sentono la durezza dell’esistenza. In questo senso la vecchia definizione marxiana di religione come oppio dei popoli e gemito della creatura oppressa è sempre valida, e si esprime necessariamente proprio con l’immagine del Dio Padre Onnipotente.
Distantes quatro séculos um do outro, Teresa de Ávila e Thomas Merton unem-se pela experiência mística, como explica Marco Vannini
Ao pensar nas aproximações entre Teresa de Ávila e Thomas Merton é preciso, obviamente, considerar que uma das personagens viveu no século XVI, na época da Contra-Reforma, e o outro, no século XX, onde passou por uma formação internacional. Entretanto, o que nos interessa é aquilo que os aproxima, a experiência mística. “Vemos que a diferença das suas personalidades (Teresa de Ávila e Thomas Merton) e das ligações que os unia a qualquer pessoa ao seu tempo e à sua cultura, não atinge o essencial da sua experiência e da mensagem que podem nos comunicar. A sua experiência comum é, de fato, aquela da interioridade mais profunda, aquele “local místico” que é a essência do ser humano em geral”, explica Marco Vannini, em entrevista por e-mail à IHU On-Line.
Morì a 34 anni nel letto di un ospedale di Londra. Era il 1943. Simone Weil concluse il breve tragitto terreno non immaginando che il suo pensiero sarebbe diventato straordinariamente fecondo tra coloro che ebbero in odio dottrine sicure e ideologie trionfanti. Abbracciò con pari entusiasmo il pensiero religioso e quello scientifico. Ma di entrambi privilegiò l'aspetto meno ortodosso. Oggi ci si interroga se fu una mistica. Non c'è dubbio che su quella strada trovò spesso le ragioni del suo pensare e agire. Nel nome di una purezza assoluta scandagliò le passioni umane e le grandi storie. L'antica Grecia e i suoi protagonisti e l'altra, riferita al Cristianesimo. Ci fu davvero continuità tra i due eventi, come la Weil provò a raccontarci nei saggi raccolti nel libro La rivelazione greca (Adelphi)? Per discuterne abbiamoinvitato il matematico Paolo Zellini e lo storico delle religioni e, in particolare, del pensiero mistico Marco Vannini.
O italiano Marco Vannini discute a mística, trazendo a experiência do nada e do mistério como elementos importantes para pensar a problemática
Marco Vannini, um dos principais nomes sobre o tema no mundo, não considera que a mística seja uma experiência do mistério. “O assim chamado mistério é colocado por nós, e a nós são dadas as respostas. Certamente, há coisas que ignoramos, e a realidade de Deus é uma delas, pelo que podemos falar sempre e em qualquer caso somente da nossa experiência, evitando como a peste a tentação de dizer que ela é a ‘experiência de Deus’”, sustenta Vannini em entrevista por e-mail à IHU On-Line. “A experiência do espírito é o conhecimento da nossa mais real essência, que é a essência humana, além de cada distinção acidental de cultura, religiões, modos de vida, todos relacionados com a contingência espaço-temporal, e também além da diferença de gênero, que subsiste em nível corpóreo e, em certa medida, também em nível psíquico, mas é inexistente no nível espiritual”, complementa.