Conversione e distacco

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Conversione e distacco

Valentin Weigel, Conversione e distacco - Introduzione alla “Teologia tedesca”, Editrice Morcelliana, 2010

«Se il Bene inconcepibile non può essere indagato e saputo dalla creatura, come può essa conoscerlo o pervenirvi? Si risponde così: La creatura in quanto tale non può conoscere l'inconcepibile, ma, se abbandona se stessa, se muore a se stessa con tutte le sue facoltà, rinnega e dimentica se stessa in conformità alla dottrina di Cristo, allora il Bene perfetto si trova, si sente, si gusta nell'intimo fondo dell'anima: appena cessa la creatura, inizia Dio». Nel momento in cui l'Umanesimo prima, la Riforma protestante e la rottura dell'unità religiosa poi, misero in crisi la lettura tradizionale della Bibbia e le antiche, secolari, certezze teologiche, solitari cercatori di verità come Valentin Weigel continuarono a trovare nella mistica l'essenza del cristianesimo: non una teologia, ma l'insegnamento di Conversione e distacco e, con esso, la trasformazione interiore e la nascita del divino nell'uomo.

Una lezione che non ha perso nulla della sua universale validità.

VALENTIN WEIGEL (1533-1588) fu un semplice pastore protestante in un villaggio della Sassonia. Non pubblicò nessuna delle sue numerose opere, perché in contrasto con l'ortodossia luterana, ma esse circolarono abbondantemente tenendo viva la grande tradizione spirituale di Eckhart, Taulero, della Teologia tedesca, cui attinsero mistici come Czepko e Silesius, filosofi come Kant, Fichte, Schelling. Questa prima traduzione italiana di Weigel è presentata da Marco Vannini, che già ha curato per la Morcelliana i Paradossi di Sebastian Franck e (insieme a Giovanna Fozzer) la Sapienza mistica di Daniel Czepko.