All'ultimo papa

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All'ultimo papa

All'ultimo papa. Lettere sull’amore, la grazia e la libertà, il Saggiatore, pagine 208, euro 17,00

Le dimissioni di Benedetto xvi sono uno dei gesti più sconvolgenti della storia del cristianesimo e dell’epoca contemporanea: un atto che vuole ricondurre una religione alla sua vera essenza, allo svuotamento dell’io, al nunc dimittis. A coglierne pienamente la potenza è Marco Vannini, tra i massimi esperti europei di mistica cristiana, da mezzo secolo impegnato a scandagliarne i protagonisti, da Meister Eckhart a Sebastian Franck.

Nelle dimissioni di Benedetto xvi Vannini riconosce un fatto indipendente da eventi contingenti e causato invece dalla crisi di un’intera religione, che mostra lo sgretolarsi dei fondamenti delle Scritture sotto i colpi della storia. Nel tentativo estremo di conciliare credenza religiosa e verità oggettiva, il professor Ratzinger ha steso una vita di Gesù, ma la sua fatica è destinata al fallimento: la Chiesa sta percorrendo una strada diversa da quella «religione del Logos» che Benedetto xvi aveva appassionatamente difeso nel discorso a Ratisbona del settembre 2006.

La straordinaria figura di Benedetto xvi è un’occasione, una cifra della storia occidentale, che mostra all’opera l’«ultimo papa» prefigurato nello Zarathustra di Friedrich Nietzsche, che lo ritrae a riposo, anziano ma non sfibrato. Filosofica e appassionante nella sua radicalità, la riflessione di Vannini appare vertiginosa, incardinando il sentimento della fede in un movimento che fa trasalire per intimità e precisione. Nello scrivere queste lettere indirizzate all’«ultimo papa» – lettere insieme accorate e acutamente analitiche, urgenti e profondamente meditate, fortemente cristiane – Vannini non perde mai di vista la particolarità del nostro crocevia storico. Così, le sue riflessioni sul tesoro nascosto e sull’amore, sulla grazia e sulla libertà, sulla fede, sulla giustizia e la fine delle menzogne, sulla vita eterna, sfondano i confini della teologia dogmatica per rivolgere un invito a tutti i cristiani a uscire da ciò che è accessorio e a entrare nel regno della ragione più profonda e abissale, riscoprendo l’essenza autentica del messaggio evangelico: la consapevolezza di sé.