Tesi per una riforma religiosa
Tesi per una riforma religiosa , Le Lettere, Firenze 2005.
Le religioni rivelate, i libri sacri, le teologie costruite su di essi, appaiono inaccettabili all'uomo moderno, che ne conosce origine e storia. Essi producono da un lato alienazione e superstizione, dall'altro ateismo e relativismo, e comunque sradicamento morale e sociale — fino ai conflitti che ancor oggi vediamo.
Le Tesi qui presentate si muovono all'interno della tradizione mistico-filosofica — in cui oriente e occidente armonicamente si incontrano — individuando nel legame con l'ego e nella sua volontà di autoaffermazione l'origine anche della fede come menzogna, ma recuperando nello stesso tempo la vera identità spirituale dell'uomo, unito a Dio e al cosmo.
Esse riaprono così in modo del tutto inconsueto e provocatorio il dibattito attuale su religione e laicità, proponendo una riforma religiosa che consiste in un profondo rinnovamento del pensare e dell'essere, alla riscoperta paradossale del cristianesimo come "religione" della libertà e della ragione.
LE TESI
- La realtà è una sola: Dio, la luce eterna — e questa stessa noi siamo.
- La conoscenza di Dio è la conoscenza di noi stessi, la scoperta del «fondo dell'anima».
- La conoscenza di Dio non è conoscenza di altro, ma un essere la cosa stessa: Dio.
- Il cammino della conoscenza è il distacco.
- Il distacco è distacco da se stesso, ovvero il toglier via l'appropriatività (Eigenschaft).
- Nel distacco si genera il Lògos, lo spirito: movimento continuo dall'Uno al molteplice e dal molteplice all'Uno.
- Il distacco è distacco anche dal Dio determinato, che è un idolo — ossia un'immagine corrispondente alla nostra psiche.
- Il Dio vero non è Dio (Gott), ma la Divinità (Gottheit), non determinata in alcun modo, puro nulla, dappertutto e in nessun luogo, al di là di ogni opposizione.
- Dio opera senza mediazione alcuna: sempre e senza mediazione fluisce nell'uomo distaccato la luce divina.
- La fede non è una credenza: la credenza è superstizione. La fede è conoscenza dello spirito nello spirito.
- La fede distrugge tutte le credenze, di cui vede la radice menzognera, a servizio dell'egoità.
- La luce appare dopo la morte dell'anima, ovvero il toglier via lo psicologico.
- La psiche è volontà appropriativa, fonte continua di menzogna e dolore.
- Tolto lo psicologico, compare lo spirito, sintesi di intelligenza e amore, natura vera dell'uomo.
- Lo spirito è l'assoluto nel presente, «senza perché», ove niente di proprio si cerca.
- Solo nello spirito è giustizia.
- Lo spirito è la ragione dispiegata, al di sopra dei contrari.
- Lo spirito non deve diventare sostanza, e perciò occorre anche una «morte dello spirito».
- Spenta la volontà propria, questo mondo è un paradiso.
- Nell'uomo distaccato è Dio che vive: l'uomo «soffre Dio».
- La preghiera come richiesta è idolatria e bestemmia, che fa di Dio un «perché».
- Nella povertà dello spirito — niente volere, niente sapere, niente avere — si ritrova l'essenza eterna dell'uomo, nell'Uno semplice che precede ogni molteplice.
- L'uomo umile è uomo divino. Nell'umiltà soltanto, che è il distacco, si pensa e si è.
- L'uomo distaccato, uomo nobile, è lo stesso Cristo.
- XXV — La grazia è distacco, soprattutto dalla religione, intesa come legame a un Dio determinato.
- XXVI — Diventare Dio è diventare ciò che veramente siamo, sparita la superficiale volontà appropriativa.
- II nostro vero essere è occultato dal sociale — il grosso animale platonico — e dal senso di colpa.
- La volontà propria è il nemico, l'«antico avversario» che deve essere sconfitto.
- Non v'è un io, non v'è una «persona»: queste sono menzogne, create dall' Eigenschaft.
- Similmente, Dio non è persona, ma al di là della distinzione personale-impersonale.
- Tutte le creature sono un solo essere. Tutte le cose sono una sola in Dio.
- Non v'è il male. Il pensiero del male è un non-pensiero.
- La distinzione bene-male è essa stessa il due, il male (dys), ovvero l'appropriatività affermativa.
- Le opere non ci fanno buoni, ma noi facciamo buone le opere, nel distacco.
- La psicologia senza spirito è alienante.
- La salute dell'anima è nella scomparsa dell'egoismo «personale».
- Chi odia l'anima nel suo essere psichico, la trova come pura luce in se stessa.
- Dio come altro c'è perché c'è una volontà propria, cui serve.
- Le religioni dis-criminanti sono alienanti, blasfeme, atee.
- Le teologie sono menzogne.
- La conoscenza di Dio toglie via ogni altra conoscenza ed essere.
- La Bibbia, presa nel suo complesso, è la madre della superstizione, dell'alienazione religiosa e dell'idolatria.
- Il Dio biblico è un ente per i peccatori, a servizio dell'appropriatività.
- Il dualismo si regge sul mito della creazione, le cui conseguenze sono devastanti.
- Profezie, messianismo, escatologie sono ideologie alienanti.
- Il mondo cristiano vive nella lacerazione di una «rivelazione» cui non crede più, e perciò non ha più verità. Così tutta la vita morale e civile è scontorta e corrotta.
- Il buddismo comprende l'insussistenza dell'io, e l'unità di tutti gli esseri.
- Il buddismo comprende la natura relazionale di tutti gli esseri.
- Il buddismo è una dottrina del distacco, come la mistica tedesca.
- L'induismo è esperienza del divino presente nell'uomo.
- La dottrina del distacco della Bhagavad-Gita è identica a quella della mistica cristiana.
- Induismo e cristianesimo sono accomunati dall'esperienza dello spirito.
- Tanto vicino spiritualmente a buddismo e induismo è il cristianesimo, quanto remoto da ebraismo e islamismo.
- Non c'è una «dottrina cristiana»: siamo noi che riconosciamo nel finito il divino, e in questo ci eleviamo allo spirito.
- Non ci sono «peccati originali» da riscattare, non dèi che vogliono vendetta.
- Chi riconosce il giusto come giusto partecipa della vita del giusto, del suo spirito eterno.
- L'idealismo porta a compimento il vangelo di Giovanni, in cui ogni dualismo è scomparso.
- La vita vera è la beatitudine stessa; la vita apparente è non-beata.
- Qui ed ora è la vita eterna, la vita nello spirito.
- Il cristianesimo non è una religio, un legame, ma il suo contrario: è la vita nello spirito, ove, soltanto, è libertà.