Sapienza mistica
Daniel Czepko, Sapienza mistica, a cura di G. Fozzer e M. Vannini, Editrice Morcelliana, 2005
I Sexcenta Monodisticha Sapientum sono la raccolta poetica che ha direttamente ispirato Johannes Scheffler (Angelus Silesius, che di Czepko fu amico), per il suo celebre Pellegrino cherubico, e, al pari di questo, si possono considerare una summa della tradizione spirituale cristiana. Attingendo tanto alle fonti scritturisti-che e alla Patristica, quanto alla classicità e al pensiero del Rinascimento, i distici di Czepko trattano infatti con concettosa brevità il tema cruciale del destino dell'uomo e dell'unione tra anima e Dio. Ma è principalmente la mistica medievale germanica, da Eckhart alla Teologia tedesca, a fornire quel materiale speculativo in cui consiste il fascino di questi versi e la loro straordinaria attualità: distacco da se stessi, "morte dell'anima", generazione dei Lógos nell'anima stessa, sono infatti le vie del ritorno all'Origine — le sole che possano condurre davvero alla salvezza.
Lo slesiano DANIEL CZEPKO von RIEGERSFELD (1605-1660) fu giurista, politico, amministratore, scienziato, umanista, teologo, ma soprattutto poeta, di prevalente ispirazione religiosa, difendendo — nella Germania straziata dalla guerra dei Trenta anni — l'ideale di pace e di tolleranza tipico dell'umanesimo di ispirazione mistica. Il suo capolavoro, i Sexcenta Monodisticha Sapientum (1655), è qui presentato per la prima volta nella nostra lingua, a cura di Giovanna Fozzer e Marco Vannini, che già hanno lavorato insieme all'edizione italiana del Pellegrino cherubico di Angelus Silesius e dello Specchio delle anime semplici di Margherita Porete.