di Maurizio Schoepflin, <Conquiste del Lavoro>, 30 marzo 2013.
Lessico mistico: le parole della saggezza, un saggio di Marco Vannini
Il termine "mistica" deriva dal verbo greco "myein", che indica l'azione di chiudere gli occhi e la bocca, cioè un atteggiamento contraddistinto da riserbo, riservatezza e calma. Se, dunque, ia mistica ha a che vedere soprattutto con esperienze che si caratterizzano per la loro difficile o scarsa comunicabilità, potrebbe apparire un' impresa quasi disperata redigerne un lessico.
di Giorgio Montefoschi, <Corriere della Sera>, 14 dicembre 2012.
Per il «Meister» della Turingia il silenzio conduce alla Verità
Meister Eckhart - scrive Marco Vannini, il suo massimo studioso, nell'introduzione al «Commento alla Sapienza» contenuto nel volume in cui sono raccolti i Commenti all'antico Testamento (Bompiani, pp. 1548, € 35) - non ha mai pensato alla mistica, né tanto meno di essere un mistico, laddove per misticismo si intende un'esperienza intuitiva, segreta, del divino. Il padre domenicano nato attorno al 1260 in Turingia, priore nel convento di Erfurt, professore di teologia a Parigi, processato per eresia nel 1326, morto presumibilmente nel 1328, pensava che l'unico cammino possibile dell'uomo verso la verità che è Dio fosse il cammino della ragione. La ragione: l'intelletto è l'universale che è nell'uomo; il Logos generato da Dio che è nel mondo e all'interno di ogni uomo: di un pagano come di un cristiano, di un musulmano come di un ebreo.
di Giovanni Santambrogio, in Il <Sole 24 Ore> del 9 dicembre 2012
Di lui non è possibile tracciare un profilo biografico sicuro e dettagliato, ma la sua fama ha condizionato il Medioevo tedesco, influenzando i circoli di Parigi, Avignone e di altre importanti aree europee. Meister Eckhart è il suo nome, nato prima del 1260 e morto a Colonia o Avignone nel 1327 o 1328. Di certo si sa che, giovanissimo, entrò nel convento dei domenicani a Erfurt e avrebbe conosciuto il grande Alberto Magno, maestro di Tommaso d'Aquino. Il pensiero di Eckhart appartiene alla storia della mistica raggiungendo punti di elevata raffinatezza ma anche aspetti che sfiorano l'eresia. In una meditazione sostiene: «Chi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciò che ha di più intimo, deve prima penetrare nel suo fondo proprio, in ciò che esso ha di più intimo. In effetti nessuno può conoscere Dio, se prima non conosce se stesso».
di Giovanni Santambrogio, in: Il <Sole 24 Ore> del 20 gennaio 2012.
Scrivi Marco Vannini appare il file mistica. Senza il suo attento lavoro di riscoperta e di traduzione, iniziato più di trent'anni fa, ignoreremmo testi importanti dei maestri dello spirito come Eckhart, Taulero, Angelus Silesius. I loro nomi e le loro parole non sarebbero entrati nella nostra biblioteca e nei nostri ragionamenti. Il misticismo appartiene alla categoria del pensiero forte, tutt'altro che sentimentale e per personalità fragili. Al contrario, viaggia in bilico tra l'ortodossia e l'eresia; così come la vita solitaria e controcorrente del mistico non sempre è compresa, spesso sospettata. La passione assoluta, esclusiva e personalissima per Dio scombussola la razionalità degli altri e mette sottosopra la propria: solo a lui è concessa l'esperienza dell'estasi, della visione, della conversazione faccia a faccia, del "rapimento" in Dio.
di Maurizio Schoepflin, in: <Avvenire>, 11 marzo 2010.
A poche settimane dalla sua uscita in libreria questo saggio di Marco Vannini ha già suscitato notevoli polemiche. Qualcuno, infatti, gli ha rimproverato la presa di distanza dalla componente ebraico-biblica del cristianesimo, che rischierebbe di confinarlo in un esangue spiritualismo; qualcun altro, invece, ha apprezzato il richiamo all’interiorità, in un tempo in cui nel cristianesimo stesso sembra prevalere il rischio opposto, ovvero quello di appiattirsi su di una dimensione tutta sociale, «mondana». In realtà, chi conosce il lavoro dell’autore, che in oltre un trentennio di solitaria fatica ha riportato alla luce alcuni dei testi più profondi della mistica cristiana – da Eckhart a Silesius, da Margherita Porete a Gerson e a Fénelon, dalla teologia tedesca a Sebastian Franck – non dovrebbe meravigliarsi troppo, giacché questo volume, il cui titolo, che certamente suona provocatorio, è ripreso da una celebre espressione di una predica di Meister Eckhart, non fa altro che esplicitare ulteriormente quanto Vannini va scrivendo negli ultimi anni.