Andrea Robiglio, in <Studi cattolici,> n. 456, febbraio 1999, pp. 110-113: Il cristianesimo secondo Vannini. [Replica in <Studi cattolici> n. 460, giugno 1999, pp. 405-406].
Annotazioni sul volume “Mistica e filosofia” di M. Vannini. Presentazione di Gloria Germani, pp.73-78. Nota critica di Athos Turchi, pp. 78-88, in : <Rivista di Ascetica e Mistica> 1/1997.
Disputa sulla mistica, s.a, in: <La Nazione>, Firenze 18 ottobre 1996 [a proposito della “Disputa sulla mistica” tenuta a S. Spirito, Firenze, quello stesso giorno, tra Gianni Baget Bozzo, Massimo Cacciari e Marco Vannini, moderatore p. Ciolini].
L’ultimo bel libro di Marco Vannini su Mistica e filosofia rivela ancora una volta la sua straordinaria competenza di storico e interprete della mistica. La lettura del volume, tuttavia, lascia perplessi. Anzi, non può non lasciare perplessi: in una mescolanza di citazioni e di giudizi fatti propri dall'autore, vi si afferma tra l'altro che la Sacra Scrittura va superata - «lasciata da parte come materiale per "asini" e "servi"» -, che la teologia è "idiozia", con particolare riferimento alla «profonda volgarità delle teologie della storia, pari solo alla loro stupidità e menzogna» che «il pensiero dell'Altro è il male, e il pensiero di Dio come altro il male per eccellenza» che la morale è "menzogna radicale", perché continua a distinguere «le cose a seconda di fini arbitrari, a dividerle in buone e cattive in corrispondenza alla loro utilità per questi fini» che la fede è vana, perché "credere" implica' ancora la distinzione fra il credente e Colui in cui si crede, che ebraismo e islamismo sono perciò pura idolatria, e tale è anche il cristianesimo quando ne ripeta l’impianto dualistico…
Pierangela Rossi: Mistica, il grande ritorno. Interventi di Massimo Cacciari, don Divo Barsotti, Marco Vannini, Massimo Baldini, Rosita Copioli, in: <Avvenire>, 11 settembre 1996.
Marietti pubblica le “Sacre Scritture” secondo Lutero.
Certamente, come scrive Marco Vannini nell'introduzione alla raccolta delle Prefazioni bibliche di Martin Lutero che Marietti sta per pubblicare in traduzione italiana, «si può dire che tutta l'attività del Riformatore e la sua stessa teologia consistano in una esposizione, commento, interpretazione della Scrittura». È appellandosi alla Bibbia che Lutero conduce la sua lotta implacabile contro il «papato imperiale» e contro lo stravolgimento «anticristico» del messaggio cristiano. Ed è in nome della Bibbia ch'egli denuncia quel «grande, pericoloso, molteplice scandalo» che consiste non solo e non tanto nello stato di estrema corruzione in cui versa l'umanità, ma piuttosto nel tentativo di ripristinare, complice la Chiesa di Roma, una concezione del mondo sostanzialmente idolatrica e paganeggiante.