Meister Eckhart e “il fondo dell’anima”
Meister Eckhart e “il fondo dell’anima”, Città Nuova, 1991
Meister Eckhart (1260-1328 circa) è il grande maestro domenicano tedesco — professore a Parigi e a Colonia, vicario generale a Strasburgo, predicatore nell'Alto e Basso Reno — la cui riflessione ha influenzato tanta parte della filosofia moderna e contemporanea, da Cusano ad Hegel e fino ad Heidegger.
Ai nostri giorni, nell'ambito di una piú generale riscoperta della mistica medievale germanica e del suo significato nella storia della cultura europea, è proprio il valore psicologico e di esperienza spirituale ad essere posto in primo piano all'interno dell'opera eckhartiana. In essa il concetto di «fondo dell'anima» indica innanzitutto il «luogo» della conoscenza di sé, nel quale scompaiono gli elementi accidentali e troviamo la nostra vera essenza, il nostro vero Sé; ma nello stesso tempo è il »luogo» della scoperta della realtà ultima, che è Dio. Nel pensiero di Eckhart l'essenza dell'anima non è l'inconscio, ma, al contrario, la ragione, il Logos. Scopriamo il «fondo dell'anima» attraverso il distacco — l'operazione, morale e intellettuale insieme, che conduce dall'anima allo spirito, dal determinismo alla libertà: in effetti, il «fondo dell'anima» è lo spirito, sintesi di intelletto e volontà, pienezza dell'umano. L'itinerario verso il «fondo dell'anima,» si configura cosí, da un lato, come la piú autentica analisi, capace di penetrare nel profondo del soggetto, scavando attraverso tutti i suoi legami; dall'altro però costituisce il cammino verso l'alto, secondo il precetto della sapienza classica, che ammoniva: «conosci te stesso e conoscerai te stesso e Dio», e in armonia con l'esperienza spirituale cristiana, per cui «Dio mi è piú intimo di quanto io lo sia a me stesso»