Salviamo San Marco!

Sezione: 

Il Sole-24 Ore, 21 gennaio 2018

di Marco Vannini

Si è diffusa la notizia che il governo dell'Ordine Domenicano ha decretato la chiusura del Convento di San Marco di Firenze, ponendo fine ad alcune attività prestigiose che vi si svolgevano al suo interno. Una decisione di tale gravità si era già affacciata all'orizzonte nel 2013. Ma allora il pericolo era stato scongiurato dalle petizioni inviate alla massima autorità dell'Ordine, e grazie a un intervento, discreto ma efficace, dell'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, che chiese al Maestro dell'Ordine di sospendere la decisione fin tanto che fosse durata la causa di Beatificazione di Giorgio La Pira, dati i legami che il professore ha sempre tenuto con il Convento di San Marco, la cui Basilica conserva attualmente le sue spoglie. Ma il Capitolo Provinciale domenicano tenutosi nel mese di luglio scorso, non tenendo più conto di tale pregressa decisione, ha ribadito fermamente la volontà di sopprimere il convento di San Marco. Inoltre, insieme alla morte della comunità di San Marco, punto di riferimento per la spiritualità, la storia e la cultura di Firenze, è stata decretata anche la fine di attività di particolare interesse culturale: la Biblioteca di Spiritualità Arrigo Levasti e la «Rivista di Ascetica e Mistica».

Quanto al Convento di San Marco, non c'è neppure bisogno di parlarne, tanto è conosciuto e apprezzato in tutto l mondo. È il luogo che è stato culla del Rinascimento, centro propulsore di arte, di pensiero e di spiritualità, illustrato da personaggi insigni che vi hanno abitato o l'hanno frequentato e amato ed esaltato lungo tutti i suoi sei secoli di storia: Beato Angelico, Sant'Antonino, Girolamo Savonarola, Pico della Mirandola, Michelangelo, San Filippo Neri, Giorgio La Pira, eccetera.

Quanto alla Biblioteca di Spiritualità Arrigo Levasti, si ricorda che si tratta di una prestigiosa biblioteca nata dal lascito dell'insigne studioso che le dà il nome, poi sviluppatasi fino a raggiungere un patrimonio librario, cospicuo sia per il numero dei volumi sia per la qualità delle opere in essa conservate. Essa, per le disposizioni del Governo dell'Ordine viene ridotta a mera appendice della Biblioteca Jacopo Passavanti di Santa Maria Novella, come semplice "Fondo di Spiritualità" senza più neppure il nome che la contraddistingue e l'ha resa celebre e stimata non soltanto in Firenze, ma anche in tutto il territorio nazionale. Perde così la sua autonomia e il suo ruolo di catalizzatore e punto di incontro delle diverse istanze culturali, sia ecclesiastiche che civili di Firenze.

Quanto alla «Rivista di Ascetica e Mistica», si tratta di una rivista gloriosa, unica nel suo genere,che ha vantato e vanta collaborazioni di personalità altamente qualificate nell'ambito della vita accademica e intellettuale. Si è deciso di farla diventare una rivista on line e per giunta si è deciso di cambiarle il titolo, riportandolo a quello con cui nacque: «Vita Cristiana». Coloro che hanno preso tale decisione molto probabilmente ignorano che non tutte le riviste sono adatte ad essere messe on line e certamente non una rivista di spiritualità, e in più non tengono conto che, quando Padre Innocenzo Colosio mutò il titolo da «Vita Cristiana» a «Rivista di Ascetica e Mistica», lo fece per dare alla rivista un nuovo taglio, passando da un'impostazione didattico-devozionale ad una dal più ampio respiro teologico e speculativo, con una maggiore apertura anche alle esperienze spirituali sviluppatesi fuori del cattolicesimo o addirittura fuori del cristianesimo. La «Rivista di Ascetica e Mistica» si inseriva così nel solco tracciato da Henri Bremond, Don Giuseppe De Luca e Arrigo Levasti, nonché dalla «Revue d'ascétique et de mystique», dunque con un salto di qualità notevole. Le decisioni del Governo dell'Ordine invece, oltre a segnare un passo indietro, stabiliscono anche irrimediabilmente il rapido estinguersi del glorioso periodico.

L'appello firmato a tutt'oggi da un centinaio di persone (tra cui spiccano Massimo Cacciari, Roberta De Monticelli, Sergio Givone, Vito Mancuso, Corrado Augias) è rivolto in primis al Maestro Generale dell'Ordine dei Frati Predicatori, padre Bruno Cadoré, perché possa sospendere l'attuazione di tali delibere e non renda l'Ordine complice del degrado culturale di Firenze.

Ma l'appello è rivolto anche alle Autorità Civili perché nei limiti, ma anche con la forza delle loro responsabilità, si muovano presso chi di dovere per scongiurare l'attuazione delle ordinazioni del Capitolo dei Domenicani. E infine l'appello è rivolto a tutti coloro che hanno a cuore Firenze e le istituzioni che l'hanno resa gloriosa.